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Viaggio nel terzo giorno dell’IFF 2017: il programma del 26 giugno 2017


13 Programma terza giornata per sitoNon solo John Turturro. Il premio IQOS Innovation Award, il premio alla carriera dell’Ischia Film Festival verrà consegnato al grande artista italo-americano dopo una chiacchierata con il grande esperto di cinema Gianni Canova e il sodale e giornalista Federico Vacalebre, che con l’attore e il regista ha lavorato nel film “Passione”, film che sarà proiettato dopo il “Parliamo di cinema” davanti al pubblico e la premiazione.
Non sarà da meno, però, il programma nel resto del Castello Aragonese, anzi.
Una doppietta straordinaria a Piazza d’Armi: apre “Graffiti a New York”: Federico Buffa apre il minaccio dedicato a Sky Arte HD, una delle realtà più interessanti del piccolo schermo. Un viaggio a New York in cui ad accompagnarci saranno i suoi writers (graffitari, li chiameremmo noi) più famosi. Alcuni di loro si sveleranno qui per la prima volta.
Subito dopo, alle 22, Toni D’Angelo presenterà al pubblico “Falchi”, poliziesco che fa sembrare Napoli Honk Kong: la coppia formata da Fortunato Cerlino e uno dei migliori attori della sua generazione, Michele Riondino, è da togliere il fiato. Peppe e Francesco sono imperdibili. E, forse, persi in un inferno di cemento, polvere da sparo e disperazione. “Non sembra un film italiano” direbbero in molti. Non perdetelo.
Chiude, a Piazza d’Armi, “Lypso”, direttamente da Scenari Campani, storia di un incontro speciale in un’isola.
Tornando alla Cattedrale dell’Assunta, ecco “Un altro me” di Claudio Casazza: la location è la più difficile da raccontare, il carcere. E il tema il più doloroso: il femminicidio, raccontato dai carnefici. Un pugno allo stomaco, un’opera che non si può ignorare. Una lezione di cinema e non solo.
La Casa del sole sarà la fermata forse più affascinante di questo viaggio. Nel caso della sua programmazione, un viaggio in treno. Già perché il corto svizzero “Le femme et le TGV”, con una splendida Jane Birkin, una storia d’amore ad alta velocità. Tra un macchinista e una donna sola.
Subito dopo forse il film in concorso più interessante e spiazzante della selezione dell’Ischia Film Festival 2017: “Immortality”. Opera iraniana di sorprendente bellezza, 145 minuti di piano sequenza, tutti su un treno, per seguire sei storie. Quest’anno abbiamo deciso di raccontare l’importanza narrativa e visiva della scelta delle location: questa scelta, coraggiosissima, di ambientare un’intera opera in un treno è esattamente in linea con la nuova impostazione del festival. E in più, parliamo di un capolavoro.
Al Carcere Borbonico, incantevole nuova location del festival, ecco due corti bellissimi - “Fantassut", girato nel campo profughi di Idomeni, e “Moby Dick”, naufragio dolente con Kasia Smutniak ottima protagonista - e l’inizio dell’omaggio a Pasquale Squitieri. In un luogo che al maestro sarebbe piaciuto l’attrice e ultima moglie del cineasta, Ottavia Fusco, presenterà “L’altro Adamo”, l’ultimo lungometraggio di un uomo che ha sempre avuto il coraggio delle proprie idee. E anche qui, vi sorprenderà. Si chiuderà con “Sacred Water”. L’acqua sacra, in questo film ambientato in Ruanda, altro non è che quella che sancisce senza alcun dubbio il piacere sessuale femminile. Ma non aspettatevi un pornodocumentario: è la discesa poetica e lucida in un tabù, un modo e un filtro per capire una cultura affascinante e lontana.
Si chiude alla Terrazza degli Ulivi con le ultime due puntate di “1993” e un altro documentario al femminile: il bellissimo “Dil Leyla", che racconta la storia vera e potentissima di una 26enne curda che diventerà sindaco della città che la costrinse a fuggire. Un lavoro coraggioso e indimenticabile.