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Adriano Giannini e le Marche


AdrianoGianniniLa sera di  Giovedì 2 luglio nel suggestivo spazio della Cattedrale dell’Assunta, Adriano Giannini ha incontrato il pubblico nella doppia veste di attore e regista.

Come attore, Giannini ha avuto modo di approfondire alcuni aspetti della realizzazione e dell’ambientazione del film La foresta di ghiaccio (anticipandone la proiezione, in programma per la sera successiva, al Piazzale delle Armi) la cui interpretazione gli ha valso la candidatura ai Nastri d’Argento 2015 come migliore attore non protagonista.

Come regista Adriano Giannini ha raccontato come nasce il suo secondo progetto di regia: il corto “Sarà per un’altra volta” geniale e fulminea parabola preistorica.

Dopo il mio primo film “Il Gioco”, ancora una volta il richiamo e gli stimoli per una storia ambientata nella Natura selvaggia, sono stati fortissimi – ha spiegato il regista - L’opportunità di raccontare temi come il divario tra il maschile ed il femminile, la paura, la scoperta, la diversità, la solitudine, così attuali oggi, come presumibilmente milioni di anni fa, è per me motivo di grande fascino.(..)”.

Il corto, che sarà ambientato nel territorio della regione Marche, ha trovato il sostegno attivo di Marche Film Commission – Fondazione Marche Cinema. La Responsabile Anna Olivucci ha raccontato al pubblico come è stato attivato, in collaborazione con il Servizio Territorio Ambiente Energia della Regione Marche, il MARCHE LANDSCAPE CINEFUND, una forma di fondo finanziario del tutto innovativa, specificamente destinata alla valorizzazione delle zone d’interesse attraverso politiche innovative di valorizzazione del paesaggio.

Rispetto ad altre forme tradizionali d’investimento finalizzato alla promozione, il Fund è destinato alla realizzazione di film di genere e durata diversi, destinati ad una distribuzione nazionale ed internazionale e dunque a forme di visibilità molto più vaste di quelle raggiunte dai consueti strumenti di promozione di natura audiovisiva (es.: documentario istituzionale/ turistico/ambientale etc.).

Cifra stilistica di scrittura ma anche di promozione (per la sua capacità di animare paesaggi ed ambientazioni) sarà la fascinazione profonda legata alla "narrazione”: la possibilità di entrare nel tessuto visivo attraverso il filo delle storie raccontate.

Il senso di questo progetto –  ha concluso Anna Olivucci - è quello di un investimento diretto sul territorio che da solo racconta se stesso e la sua forza e bellezza. Perché paesaggio e ambiente siano sempre più una questione di "senso di appartenenza" e d’identità territoriale, acquisita o da definire, e l'immagine di sé stessi come cittadini sia indissolubilmente legata al proprio territorio come provenienza, come habitat attuale e insieme destino futuro comune”.