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La divina cometa

Mimmo Paladino

Trailer

La divina cometa


Sinossi


Un treno porta a destinazione un attore e una famiglia di senzatetto. L’attore prende le vesti di un Dante pronto alla sua discesa all’inferno, la famigliola vaga alla ricerca della casa promessagli in un viaggio tra l’arte popolare e quella di ricerca. Dante attraversa il tempo e lo spazio della creatività, intanto tutte le arti giungono sul tavolo della messa in scena, portate da un gruppo di Magi smarriti. Chi cercano? Si arriverà a riveder le stelle? Una divina cometa li guiderà in un’ascesa dal fondo dell’inferno fino al paradiso.

Biofilmografia del regista


Mimmo Paladino (Paduli, 1948) sviluppa la propria riflessione a partire dalla fine degli anni ’60 caratterizzandosi fin dal principio per una ricerca aperta a tutti i linguaggi - inizialmente con particolare attenzione alla fotografia e al disegno, fin all’uso della performance; una ricerca nel tempo sempre più tesa a trovare un vasto sistema linguistico in cui far confluire varie tecniche e discipline. Alla pittura, all’incisione e alla scultura, Paladino assomma frequenti incursioni in settori artistici differenti, dove lavora insieme ai più importanti designer e architetti del tempo, da Ettore Sottsass al Gruppo Memphis, a Mario Botta o Renzo Piano, fino agli interventi realizzati con le aziende, per cui disegna oggetti, mobili e lampade o ridisegna i marchi. Nel corso della sua carriera sono molti gli interventi che vedono la sua vicinanza a fotografi, registi, attori, direttori d’orchestra, scrittori e musicisti. Alcuni di loro contribuiscono a musicare alcune installazioni (Brian Eno, Lucio Dalla, Francesco De Gregori, 99 Posse…) o partecipano a progetti che travalicano il senso stretto della disciplina pittorica. Nascono così importanti contributi per alcuni dei più importanti enti teatrali e di produzione, che lo portano a vincere due Premi Ubu (per l’Edipo re di Sofocle con la regia di Mario Martone e per L'avaro di Molière, regia di Gabriele Lavia) e a disegnare i cartelloni di festival, singole opere, stagioni. La passione per la fotografia e il cinema è sempre stata un elemento ricorrente nella sua produzione. La prima vera prova registica è col film Quijote, (rilettura dell'omonimo romanzo di Cervantes) presentato alla 63a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica della Biennale di Venezia (2006). Prima di tornare dietro la macchina da presa, fornisce la propria consulenza per il film di Giovanni Veronesi L’ultima ruota del carro, guidando l’attore Alessandro Haber. In veste di regista, Paladino torna con Haber come protagonista del cortometraggio Labyrinthus (2013), girato a Roma nell’Archivio di Stato e nel cortile di Sant’Ivo alla Sapienza. Scritto con Filippo Arriva e con le musiche di Franco Mussida, il film mette in scena l’esistenza e il genio del madrigalista Gesualdo da Venosa, attraverso la lettura che egli stesso dà del proprio testamento. Nel 2022 firma invece La divina cometa, un film che mette in scena il viaggio dantesco ma ricostruendolo all’interno di un immaginario popolare, dove alto e basso si mischiano, e dove il presepe ingloba la vicenda di Dante. Artisticamente, Paladino è una figura cruciale e di cerniera fra lo scorso secolo e quello attuale. Già a partire dagli anni Settanta mette in crisi il sistema artistico d’avanguardia, e apre le possibilità del fare arte a tutte le discipline. Sono gli anni in cui in Europa spira un forte vento di rinnovamento, e la pittura italiana ne diviene protagonista con alcuni giovani autori. Nasce nel 1981 la Transavanguardia, che nelle teorizzazioni di Achille Bonito Oliva individua un nuovo spirito del tempo che lo vede protagonista insieme a Chia, Clemente, Cucchi, De Maria. Negli anni ‘80, ricevendo vasta attenzione internazionale, presenta i propri lavori in alcuni dei contesti museali più significativi, in rassegne o mostre personali. Nel 1980 alla Biennale di Venezia è presente nella sezione Aperto ’80, e per tutto il decennio si trova in esposizioni internazionali che segnano il contesto della cultura artistica: A New Spirit in Painting, Documenta 7, Zeitgeist (…). Nel 1989 ha una sala personale alla Biennale di Venezia (Padiglione Italia - dove tornerà con una stanza nel 2011) e ormai conta su una consolidata affermazione. Nei decenni successivi Paladino continua a sperimentare, cercando un rapporto con lo spazio urbano e firma alcune installazioni che determinano un ampio impatto popolare: nel 1995 la Montagna di sale a piazza Plebiscito diviene il segno della rinascita culturale di Napoli, mentre quella realizzata a Milano in piazza Duomo nel 2011 è scelta come simbolo delle Celebrazioni per il 150° Anniversario dell’Unità di Italia. Le mostre a Pechino (primo artista occidentale a poter allestire le proprie opere nella Città Proibita), a Forte Belvedere di Firenze e in altri centri europei e americani, si susseguono a interventi installativi permanenti, come l’Hortus conclusus di Benevento o la Montagna blu dell’acquedotto di Solopaca, o eventi temporanei come l’occupazione di Piazza di santa Croce a Firenze. Paladino propone anche un nuovo modo di concepire l’evento espositivo, cercando di allargarsi al di fuori delle stanze museali. È il concetto che anima le mostre diffuse di Orta san Giulio (2009), Milano (2011), Ravello (2013), Brescia (2017) e Arezzo (2019). Nell’ottica di un dialogo serrato con lo spazio urbano e architettonico, sono celebri i suoi interventi che hanno collocato alcune sculture in luoghi significativi, dai muri di cinta, al tetto degli edifici museali, alle piazze fino al grande Cavallo che domina il teatro del Vittoriale degli Italiani, la casa museo di Gabriele d’Annunzio sul lago di Garda. Mimmo Paladino è Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana, Accademico onorario della Royal Academy of Arts di Londra, Accademico ordinario dell'Accademia Nazionale di San Luca, Accademico ordinario della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon. Ha ricevuto due lauree honoris causa, una in Architettura dall’Università della Svizzera italiana e una in Materie artistiche dall’Alma Mater Studiorum - Università di Bologna.


Dettagli

  • Regia:

    Mimmo Paladino
  • Fotografia:

    Cesare Accetta
  • Montaggio:

    Giogiò Franchini
  • Produzione:

    Run Film e Nuovo Teatro con Rai Cinema
  • Sceneggiatura:

    Maurizio Braucci e Mimmo Paladino
  • Scenografia:

    Luigi Ferrigno
  • Distribuzione:

    Officine UBU
  • Durata:

    93 Min.
  • Anno di uscita:

    2023
  • Lingua:

    Italiano
  • Sottotitoli:

    Inglese
  • Data di proiezione:

    24/06/2023
  • Cast

    Toni Servillo, Francesco De Gregori, Alessandro Haber, Sergio Rubini, Nino D'Angelo, Ferdinando Bruni, Luigi Credendino, Cristina Donadio, Giovanni Esposito, Peppe Servillo, Giovanni Veronesi, Tomas Arana e altri

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